collezione privata
L’icona rappresenta Abramo e Sara, in
cammino, mentre lasciano alle spalle Mamre e guardano un cielo stellato.
L’essenzialità dei riferimenti sa
rivelare una sconfinata profondità dell’esistere: una strada, una partenza, una
Promessa, una vita condivisa. Alla scena partecipa una natura piena di luce:
montagne che, nello scenario vicentino,
diventano la cresta del monte Summano.
La storia sacra ci parla di
Abramo, del suo lasciare la terra e la casa di famiglia per andare in un paese,
seguendo la Promessa di Dio. Eppure è una Promessa che non preserva dalle
difficoltà, che non protegge dal male. Non almeno, come siamo soliti pensare
noi. Una carestia costringe lui e la moglie a lasciare Canaan per l’Egitto.
Qui, la sua famiglia diventa ricca e nuovamente, il nostro immaginario viene
sconvolto dal bisogno di porre dei confini rispetto al
fratello, dei limiti di rispetto e di distanza. E in questa nuova separazione,
una nuova Promessa di terre sconfinate. Alle tende di Mamre, poi, la Promessa
di una discendenza che non si può contare con il tentativo umano di renderla
possibile: Ismaele. Di nuovo il Signore visita Abramo e Sara e a questa ospitalità offerta, Dio risponde con il dono
di un figlio. L’erede della promessa fatta a Israele è portatore di una
benedizione che si estenderà a tutti i popoli. Isacco è il frutto
dell’ospitalità di Abramo e di Sara che, in verità, già hanno accolto
Cristo: “ero straniero e voi mi avete accolto” (Mt 25,35).
Veramente questi personaggi aiutato a cogliere il coraggio
di partire, di affrontare il viaggio della vita, mettendo in conto
l’incertezza e l’incognito, forti della Parola di Dio.
Questa icona, realizzata su
tavola di legno massello utilizzando pigmenti naturale temperati con l’uovo e
oro zecchino in foglia, vuole essere una memoria viva della Presenza di Colui
che continuamente chiama alla gioia piena della vita!
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