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02 ottobre 2018

Emmaus

L’icona rappresenta l’incontro del Viandante con due discepoli che, delusi e scoraggiati dai fatti accaduti a Gerusalemme durante la Pasqua, se ne tornano al loro villaggio di Emmaus (Lc 24,13-35). “Noi speravamo che fosse lui (Gesù) a liberare Israele…”dicono i due pellegrini e Gesù: “Stolti e duri di cuore nel credere alla Parola..”.
L’icona descrive questo scambio di affetti e di progetti, di sentimenti e di pensieri dei tre personaggi in cammino alla maniera dell’arte cristiana: un’arte simbolica che per dire il Signore Gesù Cristo, rappresenta un’ancora od un pesce, per dire un evento dove umano e divino si incontrano, usa colori e forme.
Qui l’icona ferma l’immagine sulla realtà di desideri delusi e aspettative frustrate per portare la Buona Novella di un modo altro di attraversare gli eventi. Lo Spirito e le energie del Risorto – simboleggiati dalla veste bianca di Gesù – sono ciò che tiene unito il Cielo e la Terra, il divino e l’umano di cui è impastata la creazione e a cui rinviano le mani di Gesù. La liberazione di Israele sta avvenendo in questi cuori scaldati dall’incontro con la Parola di Dio viva ed efficace. Gesù è il Cristo (IC XC in greco) che nella sua passione e morte rivela il volto di Dio come Colui che c’è (O W N nella croce del nimbo).
I discepoli vestono i colori giallo della fedeltà possibile all’essere umano, impastato di paure, di dubbi, di fermate; il rosso-rosato parla dell’amore, della passione che spinge a osare e rischiare nella vita; il blu, racconta l’umanità che tutti ci accomuna.
Di questo incontro trasformante sono testimoni il cielo blu lapislazzuli, segno di Dio e la terra, la strada, i sassi, la vegetazione illuminati e animati dalla luce dello Spirito che tutto conduce al compimento.


Programma attività 2018-19