collezione privata
Gesù, al centro della composizione, è portato in braccio da Maria, come Figlio di
Dio, inviato dal Padre: vestito di bianco -simbolo della luce che illumina ogni
essere vivente ed ogni relazione umana -
e di arancione laminato d’oro - simbolo che svela definitivamente la
divinità celata agli occhi di chi
aspetta un Dio diverso da quello rivelato dalla Parola, stretta nella
mano sinistra.
Giuseppe,
in posizione emergente indica il desiderio
ed il progetto verso cui dirige i passi
portando con sé la luce della Parola, bastone che sorregge e libera.’ Il
custode che coltiva il segreto come può un essere umano, al modo degli uomini,
non senza dubbi, non senza fragilità indicati dal colore giallo che può
significare luce e al contempo dubbio, fedeltà e nello stesso tempo tradimento.
L’azzurro della tunica racconta un cammino spirituale compiuto nell’amore e
nell’ascolto della volontà di Dio, rivelata attraverso segni non sempre facili
da comprendere e da riconoscere, come suggerisce il Vangelo parlando di sogni e di
visite di angeli.
Maria,
serenamente, guarda Gesù e svelare la possibilità di dare un senso altro a ciò che accade nella vicenda
umana. Il Signore è veramente colui
che “ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri..per
sempre” (Lc1,54). Lui è presenza provvidente, che illumina, consola,
incoraggia nel cuore della nostra storia reale. Santa Maria, nel colore dei suoi
abiti, ricorda a tutti il mistero di una umanità di donna (il blu di una tunica
qui non visibile) totalmente rivestita di amore che viene da Dio (rosso). In
lei si è compiuto quel progetto che il Padre ha pensato per ciascuno di noi:
una vita ricevuta come opportunità preziosa
per costruire, relazione dopo relazione, la propria identità di figli
amati e amanti. Le tre stelle indicano l’impossibile di Dio: una Vergine
concepisce e partorisce un bimbo, contro tutte le conoscenze e aspettative
umane!
Possa,
questa icona della S. Famiglia di Nazareth, fermare spesso lo sguardo di chi la
osserva: aprire all’ascolto del passato, suscitare domande per il futuro e rivelare nell’oggi la roccia su cui costruire la propria casa,
perché i venti che soffiano e i fiumi che straripano la lambiscano senza
arrecare alcun danno. Tutto ciò diventi, giorno dopo giorno, motivo di
gratitudine e di lode che non conoscono tramonto.
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