Con lo "storico" gruppo di appassionati di iconografia cristiana stiamo affrontando la realizzazione su tavola ingessata dell'icona dell'Angelo trombettiere.
Solitamente parte del un più ampio programma iconografico del Giudizio Universale, l'Angelo che suona la tromba è da sempre percepito come potente richiamo. Nella controfacciata della straordinaria basilica di S. Angelo in Formis a Capua, gli Angeli che suonano la tromba, secondo il libro dell'Apocalisse (cap. 8-11) precedono l'arrivo di Cristo in gloria (il programma iconografico va letto dall'alto verso il basso). Dalle tombe escono dei bambini che rappresentano le anime dei defunti mentre indossano l'abito bianco battesimale. L'iconografia richiama il rito della "svestizione del catecumeno" presente nell'icona del Battesimo del Signore qui pensata al contrario. In particolar modo, la Lettera ai Colossesi di san Paolo fornisce in proposito una chiave di lettura interessante: " in lui (...) siete stati circoncisi di una circoncisione non operata dall’uomo, ma nella spogliazione del corpo carnale, nella circoncisione del Cristo. Sepolti con lui nel Battesimo in lui siete stati anche risuscitati in virtù della fede nella potenza di Dio che lo ha ridestato dalla morte. [...] vi siete spogliati dell’uomo vecchio e del suo modo di agire e vi siete rivestiti del nuovo, che si rinnova per una più piena conoscenza, a immagine di colui che lo ha creato". Al suono della tromba, quindi, l'anima indossa nuovamente la veste bianca battesimale, la ritrova lì dove, forse, tanta volte l'aveva riposta e dismessa nell'arco della vita. Una veste che dice che la nostra vita è già salvata, è già stata raggiunta da quell'amore che solo può sciogliere il male che ci inganna.l libro dell'Apocalisse si offre quindi a noi come lettura della Vita, dalla nascita alla morte del credente offrendo una prospettiva di speranza che ben ci prepara all'anno giubilare.
Quella che segue è la prima di una serie di riflessioni spirituali sul libro dell'Apocalisse che accompagna la scrittura di quest'icona.
1. PROLOGO: LEGGERE - ASCOLTARE - CUSTODIRE LA PAROLA
Ap 1,3
Rivelazione di Gesù Cristo, che Dio gli diede per mostrare ai suoi servi le cose che devono avvenire tra breve, e che egli ha fatto conoscere mandando il suo angelo al suo servo Giovanni. Egli ha attestato come parola di Dio e testimonianza di Gesù Cristo tutto ciò che ha visto. Beato chi legge e beati quelli che ascoltano le parole di questa profezia e fanno tesoro delle cose che vi sono scritte, perché il tempo è vicino!
Il libro si apre con una beatitudine per chi legge, ascolta e custodisce la Parola racchiusa nella Scrittura. Essendo indirizzata alle chiese, si suppone una lettura-ascolto comunitari. C'è una benedizione in chi si raduna per l'ascolto liturgico della Parola.
Non è una novità l'appello alla Sinassi, alla pratica, cioè, di ritrovarsi insieme per celebrare la liturgia della Parola e dell'Eucarestia. S. Giovanni Crisostomo diceva : "E' possibile pregare nella propria casa, ma è impossibile pregare bene come si prega nell'assemblea".
Forse questa affermazione sembra fuori tempo. Eppure chi di noi non ha sperimentato almeno una volta la gioia di una liturgia bella, sobria e partecipata?
E' significativo che la chiesa dell'icona della Madre di Dio Feodorovskaya di San Pietroburgo, restituita alla comunità parrocchiale dopo essere stata trasformata in caseificio durante il regime comunista sovietico, sulle pareti della Cappella inferiore riporti la Comunione degli Apostoli in misura reale. Quando il fedele, dopo anni di vita ecclesiale clandestina, finalmente può tornare alla celebrazione comunitaria della Liturgia, entrando in chiesa viene accompagnato dalle figure degli Apostoli che si radunano attorno al Signore che celebra l'Eucarestia. E mentre celebra l'eucarestia con il suo pastore, il fedele è proiettato in cielo, davanti al Signore.
Ecco la bellezza e l'importanza di leggere, ascoltare e custodire insieme la Parola a cui invita l'Apocalisse.
C'è un Cielo da accogliere, una prospettiva di vita, un fine che poi è il senso della vita e che la liturgia, come le icone, continuano a tenere in vita. Liturgia e icone sono finestre che aprono al mondo di Dio e per questo sono segni di speranza.
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