Icona dell'arcangelo Raffaele
È successo
ad Abramo.
È successo
ad Elia.
È successo
a Maria e a Giuseppe.
È
successo di incontrare dei
viandanti, dei messaggeri con cui parlare o con cui condividere la gioia della
tavola o la fatica di un viaggio.
Nella nostra
storia ci è capitato di incontrare proprio quella presenza che, quando se ne
va, ti accorgi che ha lasciato un segno. Un segno di vita. Un segno che ti
aiuta a vivere. Che ridà forza, luce, futuro.
Da
quell'incontro Abramo vive fiducioso della Promessa di una discendenza; Elia,
amareggiato e depresso, desideroso di morire, ritrova la forza di riprendere il
cammino per incontrare il Signore e diventare sicuro del suo amore pur
nell'incertezza della vita; Maria diventa, in modo misterioso ma reale, una terra
fertile dove la vita di Gesù può fiorire; Giuseppe accetta tutti i rischi di
essere custode di una vita che non gli appartiene nella fiducia che l'amore e
le Promesse di Dio sono tracce indelebili.
Gli angeli,
nella nostra storia umana, ci aiutano a riconoscere e a ritrovare quella forza
che viene dallo Spirito Santo di Dio che ci vuole accompagnare alla pienezza di
vita.
Raffaele è
la medicina di Dio. Contro tutti i mali che ostacolano la nostra vita Lui è li
per ricordarci che il male non è l'ultima parola. Che, in ogni situazione di
male, è già aperto uno spiraglio da cui Dio ci manda le Energie di
risurrezione. Quelle stesse che hanno tratto Gesù dalla tomba. Con queste
energie dello Spirito santo possiamo affrontare, sicuri, le difficoltà della vita.
L'icona è
ispirata ad un originale presente nel monastero di santa Caterina al Monte
Sinai, e realizzata secondo l'antica tecnica bizantina utilizzando legno
massello, pigmenti naturali e foglia d'oro.
Laboratorio iconografico stilando